Un paio di mesi fa ho riaffrontato l'idea di produrre perline in ceramica e mi sono ricordata della pasta egizia pronta che avevo comprato l'anno scorso negli USA e non avevo mai provato. Ho spulciato tutte le mie fonti in cerca di notizie e istruzioni per l'uso e per la verità i testi sacri ne fanno cenno solamente "en passant" in riferimento all'uso che se ne faceva nell'antico Egitto. Infatti la pasta egiziana è un impasto autovetrificante a bassa temperatura, monocottura quindi, prevalentemente turchese, già usato settemila anni fa nella costruzione di monili, perle e piccoli accessori. Ha una composizione che la pone a metà strada tra una terra e uno smalto, come si evince dalla ricetta di Ceramics Monthly:
Nefelina sienite 39%
Soda Ash 6%
Bicarbonato di Sodio 6%
Caolino 6%
Ball Clay 6%
Silice 37%
Solitamente vi si aggiunge un 2% di bentonite per una maggiore plasticità, oltre al colorante desiderato. Il turchese di rame è per l'appunto quello più noto, ma è possibile ottenere altre tonalità con altri ossidi e persino con i pigmenti pronti (mason stains. Per la verità oltre a queste notizie, dai libri non ho cavato ragno dal buco.
Mi mancavano parecchi particolari cruciali su come fare oggetti smaltati a tutto tondo: come sorreggerli in forno, con quali materiali e accorgimenti e perciò dopo aver cercato in rete - e come si sa la rete per definizione offre sempre notizie contraddittorie - ho fatto le mie esperienze con la pasta turchese di rame e quella blu di cobalto, delle quali renderò conto nei prossimi post, visto che uno solo non lo può contenere. Spero che possano essere utili a qualcuno. Nelle prossime puntate: Impasto e foggiatura, Supporti e cottura.