martedì 30 marzo 2010

La lezione di Kristen Kieffer

Ieri mi è arrivato il dvd "From Suede to Leatherhard" di Kristen Kieffer e non ho resistito alla tentazione di guardarlo durante l'orario lavorativo. Per un'ora e ventitre minuti mi sono persa tra il violino di sottofondo e la morbidezza delle decorazioni a barbottina che caratterizzano il lavoro di Kristen. Magari non sarà la mia ceramista preferita, ma sicuramente il suo stile neo vittoriano, ricco di dettagli e di sovrapposizioni tono su tono, incarna uno degli estremi da cui sono attratta. Da un lato la precisione, i particolari, la pianificazione preventiva di ogni aspetto della superficie ceramica, dall'altro la spontaneità, il gesto sciolto, l'accoglienza dell'imperfezione in quanto caratterizzante e caratteristica dell'opera fatta a mano. Tra questi due opposti si svolge la lotta per la ricerca di uno stile, di una voce che si materializzi nell'argilla. E in termini tecnici, si tratta di decidere a quale stadio della creazione si desidera maggiormente esprimere questa voce, o alterare la superficie. Risolvendo il problema colore con un unico smalto che viene lasciato libero di giocare sul rilievo, l'estetica di Kristen propone di sfruttare a fondo due momenti dell'indurimento dell'argilla: il cosiddetto Suede, letteralmente la durezza "camoscio", ovvero ancora plastica ma non appiccicosa, fase in cui è ancora possible alterare la forma per pressione e con l'uso di timbri, e Leatherhard, la classica durezza cuoio su cui procedere con l'aggiunta di barbottina secondo le modalità più varie (a siringa, spugna, pennello ecc.). Kristen insegna tutte queste tecniche, come costruire i timbri e stampi per lo sprigging, come utilizzare ben 11 tecniche per la decorazione della superficie, dimostrando inoltre come queste trovino spazio nel suo processo creativo. Una quantità di nuove esperienze da fare, nell'eterna ricerca di una voce personale.

domenica 28 marzo 2010

Berkeley e Fourth and Clay


Berkeley, famoso centro universitario, è un luogo magnetico per i ceramisti ed è un grosso nodo nel mio fazzoletto di viaggiatrice. Ci devo assolutamente tornare durante il fine settimana perché è nei giorni festivi che i molti studi di artisti sono aperti al pubblico. Ragionandoci sopra ho concluso che è forse proprio la presenza dei college ciò che consente agli artisti di campare da queste parti, probabilmente unendo la sicurezza economica di un posto di lavoro come insegnante (e un'assicurazione sanitaria prima che Obama riesca a varare la riforma) alla libera professione.

Come invidio la possibilità di imparare la ceramica in ogni ordine di scuola che l'America offre. Scuole medie con meravigliosi laboratori attrezzati e insegnanti specifici, lauree in arte ceramica ovunque quando da noi si combatte perché i tradizionali centri della maiolica - Faenza e Nove per tutti - non perdano le loro scuole professionali, tanto rare come agonizzanti o già defunte in tutta Italia. Da noi sarebbe un totale paradosso che un centro del sapere e della ricerca come Berkeley sia anche un polo della ceramica. Quando mai da noi si userebbe la parola cultura e la parola ceramica nella stessa frase??

A Berkeley ho visitato Fourth and Clay, lo studio condiviso da tre splendide e intraprendenti donne: Rae Dunn, Christa Assad e Josie Jurczenia. Tre stili totalmente diversi e tre spiriti liberi.
Il lavoro di Christa è assolutamente impressionante. Recentemente pubblicato sui mensili americani e celebrato dai colleghi, da prova di una padronanza a tutto tondo del mestiere, del tornio e della lavorazione manuale, nonché una visione estremamente moderna della ceramica funzionale. Un raro esempio di artigianato incrociato con il design che mette d'accordo gli addetti ai lavori della ceramica e gli intellettuali del design. Berkeley è decisamente un posto da rivedere con calma.