martedì 24 giugno 2008

It never rains but it pours



Qui diciamo invece "O sec, o brentana": O è secco o diluvia. Mesi senza avere il tempo di scrivere un post e poi addirittura due nello stesso giorno. Il fatto è che sto smaltando e infornando a nastro per la mia prima mondiale, e quindi continuo a riflettere sui risultati e a immaginare le prossime mosse. Sono usciti abbastanza bene due pezzi importanti, foggiati e costruiti dopo aver visto i video di Fong Choo su you tube. Due piccole teiere fatte a tornio, modificate e assemblate con pezzi quasi fuori scala. Blue dumbo non ha problemi né sul piano estetico né su quello funzionale, ma per qualche motivo che non riesco a capire, l'ho smaltata blu eppure me l'ero immaginata verde. Quindi mi ha deluso. E' un gioiellino perché il becco è spiralato e il coperchietto farà 3 cm di diametro, ma mi ha deluso. Magari riguardandola riesco a farci pace.
L'altra era una bella sfera a cui ho aggiunto un beccuccio piccolo e dei piedini arricciati. Qui il problema è la decorazione a barbottina con deflocculante. Le bolliccine in qualche caso diventano dei piccoli crateri. Per il resto lo smalto ha delle bellissime ombreggiature blu viola. Ma ci sono un paio di craterini. C'è sempre un ma.. O quasi sempre. Mi incupisco ma poi mi consolo pensando che gli oggetti industriali fatti in serie non hanno di questi problemi.

La brocca rossa


Poteva essere una schifezza, e invece è una meraviglia. Si allontana dal resto del repertorio perché NON E' TONDA. Fu cilindrica in realtà, prima che io schiacciassi, tagliassi e rattoppassi allegramente cercando di costruire il manico. Lo smalto eccessivamente liquido ha poi dato le ombreggiature della superficie. Farò fatica a separarmene, anche perché non so se riuscirò a rifarla.

lunedì 23 giugno 2008

L'avevo detto prima io


La settimana scorsa mi è arrivata la newsletter di Ceramic Arts Daily e indovina? Un ceramista svela i suoi trucchi per la produzione di superfici interessanti in forno elettrico a cono 6 (1200°C). La cosa buffa è che praticamente ripete le mie conclusioni (vedi post precedente).
Il forno elettrico gode di una pessima stampa presso i ceramisti anglosassoni, per non parlare poi della bassa temperatura: bassa temperatura in forno elettrico è l'opzione meno entusiasmante possibile. Qualcuno però trova che la piattezza e la relativa prevedibilità dell'atmosfera ossidante possano essere usate a proprio vantaggio, e per questo ringrazio Richard Zakin e il suo "Electric Kiln Ceramics". Certo, se potessi passare tutto il giorno a prendere il sole mentre controllo il forno a gas adorerei giocare con la fiamma viva e la riduzione. Purtroppo i tempi non sono ancora maturi, e mi devo accontentare di trovare il tempo per smaltare i pezzi e infilarli in forno, programmare il controllore, accendere e sperare bene...
Il che tutto sommato non fa proprio schifo, visto che in questo modo posso fare più cotture in una settimana e soprattutto perché ho trovato il modo di dare alla superficie una variabilità che a volte mi sorprende. Non ho mai visto smalti a bassa temperatura così variegati come i miei (modestamente). Perciò fino all'arrivo del tanto agognato fotovoltaico e delle nuove resistenze, credo che insisterò su questa strada, anche perché, alla faccia di Ceramic Arts Daily, L'AVEVO DETTO PRIMA IO!!!!!!!!!