domenica 20 maggio 2012

Ebbene sì, io faccio i vasetti


Questa volta vi racconto di due miei carissimi amici.
Un'amica che ama gli oggetti dotati di anima, cioè fatti a mano, mi presenta al suo compagno spiegando che sono l'autore delle loro tazze. Lui gentilissimo mi saluta dicendo "ah, tu fai i vasetti!!" e la mia amica corregge seccata "Silvia non fa i vasetti, è una bravissima ceramista!!". Nell'immaginario collettivo i vasetti sono il prodotto di piccole mani infantili, un nomignolo vezzeggiativo che però sottintende un'intonazione spregiativa, cose da bambini. Ebbene signore e signori, questa volta io ammetto di aver fatto i vasetti.


Ho fatto una famigliola di budvases, ovvero di vasi da bocciolo. Sono piccoli vasi o bottigliette, la più grande non arriva ai 15cm di altezza, nei quali ospitare fiori di campo salvati dallo sfalcio o qualche fiore ramingo. Io non amo i grandi mazzi di fiori, li trovo sovradimensionati e non so mai dove metterli. Mi piacciono invece queste versioni più piccole e domestiche.


Li ho fatti perché me ne serviva uno per i  mughetti e i fiori di campo raccolti per quest'altro carissimo amico.  
Sono fatti al tornio in terra rossa.


La decorazione a barbottina riprende la mia solita ossessione per le spirali, con qualche suggestione tessile indianeggiante.

Questa volta non mi offenderò se mi presenteranno come quella che ha fatto i vasetti.

mercoledì 9 maggio 2012

Evoluzioni circensi

Questa primavera sono attirata dai colori. I contrasti e il chiasso visivo della natura che si risveglia quest'anno fanno presa più del solito.
A partire dalle esperienze con la lamina di metallo sono nati molti orecchini , a cui è seguito un girocollo che mi piace moltissimo, e da qui ho iniziato ad immaginare nuove configurazioni per le perle a lume viste lateralmente.
Risolvendo alcuni problemi di ordine tecnico-progettuale sono arrivata alle questa piccola serie di collane circensi.
CIRCO 1

CIRCO 2


Perché questo nome? Perché per qualche motivo queste vivacissime perle sospese mi ricordano i personaggi del circo e i trapezi. Evoluzioni che rappresentano anche una mia evoluzione rispetto al girocollo precedente.


Le mie perle di vetro lavorate a lume sono montate tramite chiodini in rame smaltati alla fiamma (il problema tecnico a cui ho trovato una mia soluzione) su dei cerchi di rame argentato battuto e saldato.


 Un oggetto divertente da indossare in una giornata di sole.

mercoledì 2 maggio 2012

Di antichi ornamenti e inquietudini attuali

Non posso dire di essere mai stata una patita dei gioielli, anche se non posso vivere senza gli orecchini e li indosso praticamente dal mio primo giorno di vita. Eppure ad un certo punto delle mie aspirazioni artigiane, complici il vetro e le affinità di questo con l'argilla, sono stata rapita e distratta dall'ossessione di infilare perle, martellare metalli, avvolgere filo e immaginare marchingegni da portare al collo o ai polsi o da appendere ai lobi.


Confesso che qualche volta mi sento un po' infantile (per non dire cretina) in queste mie fantasie, ma se ci si pensa, la creazione di ornamenti da indossare è una pulsione insita nella natura umana e non c'è civiltà che non ci si sia cimentata. Questa consolante conferma l'ho sperimentata la settimana scorsa al Museo Archeologico di Cividale del Friuli, roccaforte longobarda e ancor'oggi scrigno della bellezza che questo popolo è stato in grado di portare dalle nostre parti.


Un'oreficeria raffinata e famosa per le fibule ad S che servivano a chiudere le vesti, ma anche splendide ed eclettiche collane in pasta vitrea, osso, corno e pietre, che venivano indossate sia dai maschi guerrieri longobardi che dalle loro rudi signore. La riprova che qualcuno già qualche migliaio di anni fa si chiedeva che effetto avrebbero fatto le perle di vetro accostate ad altri materiali, e che il desiderio di infilare perline e costruire ornamenti risponde a un'esigenza comune a bambini ed adulti di questo secolo come di ogni 
epoca.