Si lo so, questo è un blog sulla ceramica, eppure senza tradire l'argomento, vale la pena di considerare due argomenti che alla ceramica sono collegati solo marginalmente, ma che stanno alla base di qualsiasi attività artigianale: i geni e il riciclo, due entità inestricabilmente collegate. La passione per la ceramica deriva dalla necessità di produrre oggetti con le mani, di trovare soddisfazione nel lavoro manuale. 
Ebbene, io ho ereditato il gene operoso sia da mia madre (“mai stare con le mani in mano”) che da mio padre (falegname e inventore), il che significa che dispongo di un intero corredo genetico operoso. Sarà per questo che quando vado alla ferramenta mi comporto come un bambino in un negozio di giocattoli?? Sarà per questo che l'unico ricordo che ho di essere andata in profumeria è di quando sono andata a comprare un profumo per la festa della mamma? Certe volte quasi riesco a comprendere perché le donne “normali” mi guardino con un misto di ammirazione e di compatimento. Le mie mani non sono quelle di una mondina ma certo non sarebbero candidate per uno spot di materassi (avete presente quelli in cui le signorine accarezzano con mani affusolate ed espressione rapita il famoso tessuto losangato lato invernale?).Sono una sostenitrice del “fatto a mano” perché ogni cosa fatta a mano trasmette un pezzettino d’anima. Sono inoltre impermeabile al culto del marchio, perché e i processi industriali sono la negazione dell’anima.
Ecco, questa lunghissima digressione solo per dire che di recente ho preso in mano il mio taccuino delle esperienze da fare e mi sto divertendo un mondo con il vetro, i metalli e l'argilla, con i quali sto costruendo collane e orecchini come quelli che vedete in foto. Nei prossimi post magari lo spiego nel dettaglio.