giovedì 19 gennaio 2023

La conquista del gres

Qualcuno questa storia l'avrà già sentita. Ho comprato il mio primo forno nel 1999, inseguendo l'estetica del gres che avevo invidiato sulle tavole dei miei soci Claudia ed Enzo. Per estetica del gres non intendo solo il gres come corpo ceramico. Intendo gli smalti autoprodotti di cenere, gli smalti opachi e satinati, i rivoli di colore che giocano sulla superficie degli oggetti. Quel gres. Fin dal 1999, a digiuno di tutto, con l’aiuto dei miei soci (spesso telefonico, almeno il telefono già esisteva a tempo), ho lavorato a questa mia passione per la ceramica con impegno. Imparavo non senza fatica, ma il gres era sempre distante dai risultati che avrei voluto. A un certo punto quella ricerca ha trovato un limite invalicabile: il mio forno dopo qualche tempo ha smesso di raggiungere i 1200 gradi, condizione indispensabile per continuare su quella strada. Dopo la delusione, la conseguente incazzatura e lo sconcerto, ho ruminato e ruminato sulle possibilità che mi restavano, e ho preso la decisione di fare quello che potevo con quello che avevo anziché piangere sul latte versato. Sono seguiti molti anni di lavoro sulla terra rossa (bassa temperatura, quello che in inglese chiamano earthenware). Ho imparato a tornire abbastanza bene e a dialogare con gli smalti seguendo strade alternative, sovrapposizioni, smaltatura a spruzzo. Sono arrivata a risultati che mi piacciono e nei quali mi riconosco, ma l’estetica del gres, la soddisfazione di formulare quegli smalti rimaneva sfuggente.
Nel tempo ho comprato un altro forno, ho sostituito la resistenza del primo, ho aggiunto potenza impegnata e 3 KW di fotovoltaico, ho studiato sulle bibbie dei ceramisti americani, Roy e Hesselberth, Ian Currie, John Britt, eppure la trasposizione dei materiali americani nella realtà del nordest impediva di ottenere i risultati che cercavo. Il tempo è passato, nel frattempo sono diventata artigiana e la terra rossa è diventata la mia sigla. Finora. Il tempo passava e crescevo come ceramista. Ho perfezionato le forme, consolidato la tecnica e ho imparato ad amare la terra rossa, la sua consistenza pastosa e la sua mitezza. Ma non ho abbandonato la ricerca. non ho smesso di leggere, non ho smesso di sperimentare, e finalmente ce l’ho fatta. Il 2022 sarà ricordato nella storia di Silviapotter come l’anno in cui ho conquistato la barriera del gres, l’hanno in cui ho addomesticato il quarzo e il caolino, l’anno in cui ho avuto le prime soddisfazioni ad alta temperatura. La ricerca continua, ma finalmente qualche soddisfazione!!!
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