sabato 8 maggio 2010

Nuovi mondi, nuove esperienze


C'era un volta la ceramica, e già questo era un universo sufficientemente complesso, foggiatura a mano o a tornio, bassa o alta temperatura, ossidazione o riduzione, infinità di trattamenti superficiali a crudo - alterazione e deformazione, a durezza cuoio - barbottine ed engobbi,a biscotto - smalti e ogni altra diavoleria che il buon Dio ha messo sul piatto del vasaio.
Poi arrivò un numero di Pottery Making Magazine dedicato al vetro, e l'aspirante ceramista ebbe una folgorazione: con lo stesso forno da ceramica era possibile fare vetrofusione!! In realtà la nuova galassia scoperta poneva tutta una serie di problemi aggiuntivi, tempra, coefficienti di espansione, e questi richiedevano nuove ricerche e nuove sperimentazioni. Il nostro vasaio si documentò avidamente ma capì che il suo forno non avrebbe potuto gestire facilmente la nuova impresa. Scartata l'idea di acquisire un forno solo per il vetro, incappò in un marchingegno che consentiva di raggiungere le temperature di fusione in un comune forno a microonde, ed iniziò a sperimentare il nuovo medium. Produsse così degli oggettini simpatici che però richiedevano un supporto per non essere completamente inutili: cordoncini, catenine che sorreggessero i piccoli vetri.
Al solito disgustato dal dover acquistare oggetti finiti per queste imprese futili, gancetti, fermagli e quant'altro, ricordò di aver avuto in passato un interessante libro-CD, "Raku beads", che oltre a rendere conto della creazione di perle e pendagli per l'appunto Raku, brevemente spiegava come costruire le suppellettili necessarie per metterle insieme con il filo metallico. Si spalancò così un nuovo mondo che tenne occupato il nostro gepetto per qualche settimana, durante la quale egli diede vita a girocolli "hippie chic", ristrutturò gli orecchini raku prodotti in altri tempi e sondò le possibilità della rete in questo settore. Trovò una quantità di pagine e video che spiegavano come lavorare il filo d'ottone, di rame e d'argento, costruire gancetti, orecchini etc. Si affezionò così alla pagina di Alessia, una ragazza di Lecco che nel suo blog "Beads and Tricks" generosamente insegna i trucchi della specifica disciplina, il "Beading" e finalmente pensò che forse era giunta l'ora di riaffrontare le sfide della gravità e del fuoco. Tornò quindi all'argilla ed iniziò nuovamente a sperimentare con le terre, compresa la pasta egiziana, le textures e gli smalti, inventando sostegni e treppiedi, perché se vuoi una perla smaltata a tutto tondo devi trovare il modo di tenerla appesa in forno senza che tocchi nulla, e se vuoi perle raku devi trovare il sistema per movimentare le perle incandescenti senza che si incollino tra di loro. Dovette testare la resistenza dei vari fili di ferro zincato, ricotto, inossidabile per trovare la soluzione più affidabile ed economica, ma con pazienza e ingegno, ne venne a capo. Così vennero alla luce nuove stelle e nuovi soli, nuove materie prime per i nuovi giochi, i quali avrebbero dato vita a nuove esperienze e nuove conoscenze.
La storia in realtà e' molto più lunga e complessa ma questo e' l'unico modo che ho trovato di rendere l'idea. Partendo dall'argilla informe è possibile circumnavigare mondi e ritornare alla terra, la bellezza e il tormento di questo medium sta proprio nell'assenza di limiti.

3 commenti:

Alessia Spalma ha detto...

Silvia questo post è bellissimo! Mi piavce moltissimo il tuo modo di scrivere, mi hai fatto viaggiare nel tempo e nello spazio! Grazie per aver condiviso con me parte di questo percorso, grazie per le tue parole, non sai quanto significhino per me!
Alessia

L'Officina ha detto...

Bella storia!
Chi ha a che fare con la creatività può ben capire i tuoi tormenti! ;-)

Alessandra ha detto...

Grazie Silvia per i consigli sui supporti!!! Leggendo i tuoi post ritrovo tutta mia inquietudine creativa... E la vetro fusione? Mi sembrava di vedermi! Hahahahahahaha
Grazie e buon lavoro a te!