venerdì 21 maggio 2010

Il ritorno della pasta egiziana Part III: supporti per la cottura delle perle


Seguito delle parti I- Generalità e II-Impasto e foggiatura.
Questa è la fase che ha richiesto più fantasia, e il discorso si estende alla cottura di perline biscottate e smaltate a bassa temperatura con altri tipi di terre.

Le perline vanno infilate nel filo metallico (1) e poi il filo va tenuto sospeso da qualche marchingegno portante (2).

(1) Il problema del filo metallico era scegliere tra materiali e spessori: filo di acciaio zincato, acciaio inossidabile, o acciaio ricotto (noto come "da edilizia")? Il filo zincato va escluso, perché la cottura esegue il procedimento inverso alla zincatura, col risultato di avere crosticine di zinco in giro per il forno che potrebbero aderire allo smalto (un effetto collaterale di questo fenomeno è comunque una certa riduzione all'interno del forno, il che ha fornito risultati piuttosto interessanti in stile raku come quelli visibili in foto). Il filo d'acciaio inossidabile ha un costo maggiore, ma può essere riutilizzato. Trovo che sia ottimo per fare degli uncini riciclabili, ma inutile se il filo sarà usato una sola volta. In quest'ultimo caso, cioè quando il filo sarà usato per costruire dei sostegni a perdere, meglio usare il filo "da edilizia", più economico e duttile. Quanto agli spessori, il filo da 1 mm è sufficiente. Compatibilmente con i fori delle perline si potranno però usare spessori maggiori, ma se si vuole usare un filo più sottile di 1mm, sarà meglio andare sull'acciaio inossidabile.

(2) Quanto a supporti, ne ho costruiti di vari tipi e qui la discriminante da considerare è se le perline dovranno essere movimentate a caldo o no. In altre parole, se si fa una cottura statica elettrica o a gas si potranno usare marchingegni più semplici, come per esempio delle colonnine in refrattario che reggano bastoncini di acciaio di resistenza adeguata, che a loro volta reggano il filo su cui sono infilate le perle. Se invece le perline saranno rimosse incandescenti dal forno per la post-riduzione, sarà conveniente costruire supporti più complessi ma che consentano una manovra sicura e veloce senza che le perline si tocchino tra di loro. Ecco perché mi sono documentata a questo proposito e ho costruito sostegni di due tipi.


Tipo 1: Ho fatto dei coni in refrattario con dei fori fatti diagonalmente dall'alto verso il basso con un filo da 1.5mm (il refrattario ha un ritiro basso ma ce l'ha, per cui se si usa un diametro da 1mm non si riuscirà a inserire il filo da 1mm dopo la cottura del supporto). Ho fatto molti fori sulla superficie del cono in modo da avere scelta al momento di posizionare le perline in base alle loro dimensioni, sempre per evitare che si incollino tra di loro. Alla sommità del cono ho modellato una specie di maniglia che servirà per afferrarlo con la pinza da raku. Poi ho tagliato un pezzetto di 3 o 4 cm di filo di acciaio inox da 1 mm e l'ho piegato a zig zag con le pinze per bloccare la perlina infilata, e ho poi inserito l'altra estremità del filo nel cono. Trovo questa soluzione soddisfacente per due motivi: Mi piace l'idea di costruire ausili per la ceramica con l'argilla stessa, e poi il filo inox si può riusare più volte.


Tipo 2: L'altro supporto è in metallo e prevede la costruzione di una gabbia con delle staffe di acciaio zincato tenute insieme da bulloni, sulla quale si appenderanno in verticale i fili di perle infilate nell'acciaio economico da edilizia - visto che poi sarà tagliato e buttato - separate dalla solita piega a zig zag. La ragione per cui non si appendono in orizzontale è per evitare che flettendo il filo si abbassi distruggendo le perle sottostanti.

Dopo la cottura a 980/1000°C i monili si staccheranno abbastanza facilmente dai fili, anche se in qualche caso si dovrà ruotare con forza il filo per ottenerne il distacco.

Una cosa buffa che ho notato è che in presenza di umidità anche dopo cotto questo materiale continua a trasudare sali che formeranno delle crosticine antipatiche ma rimuovibili. Questo non significa però che questi sali siano sufficienti a creare nuovo smalto per un’eventuale ricottura.

Credo di aver finito con il discorso pasta egiziana, se ci fossero nuovi sviluppi non mancherò di renderli noti.

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