sabato 5 novembre 2011

What if? La costruzione a mano di Sandi Pierantozzi

What if? Explorations with Texture and Soft Slabs è il titolo del DVD, per la verità un cofanetto di due DVD, di Sandi Pierantozzi. Conoscevo già l'estroso lavoro di Sandi, presentato in una quantità di testi sacri della ceramica, specialmente in quelli specializzati nella lavorazione manuale, ovvero "Handbuilding".


Ossessionata dal tornio come sono, mi aveva molto incuriosito l'entusiasmo per Sandi dei ceramisti conosciuti due anni fa a San Diego, California. Alcuni di loro di fatto avevano messo da parte il tornio per sperimentare con le lastre, dopo aver seguito un seminario tenuto da lei presso la Clay Artists of San Diego. Sandi lavora con l'argilla allo stadio morbido, imprimendo forme con stampi di recupero, stampi commerciali ed altri autocostruiti.



Di stampi commerciali ce ne sono in grande quantità, ma tutto sommato sono poco interessanti, non mi piace l'idea di ritrovare i motivi della mia ceramica nel lavoro altrui. Quelli di recupero sono reti, corde, tappetini, cartoncini in rilievo e qualsiasi cosa imprima una traccia sufficientemente definita , con l'accorgimento - quando si usano stampi in plastica - di  cospargere  la superficie della lastra con dell'amido di mais perché non ci si incollino. A me però interessano molto di più gli stampi autocostruiti perché possono personalizzare ulteriormente l'oggetto fatto a mano, ma questo capitolo ha bisogno di uno sviluppo troppo complesso per questo post: ne riferirò in altra occasione.


A partire dalla lastra morbida impressa Sandi costruisce volumi, cilindri e coni prevalentemente con l'aiuto di modelli in cartoncino che si ricavano con semplicità. Questi volumi vengono poi deformati ed espansi dall'interno per ottenere forme più belle senza sbavare il rilievo. Questi volumi di base possono essere poi combinati per ricavare oggetti complessi, vasi, teiere, ciotole.
Il percorso con cui Sandi accompagna l'allievo alla scoperta del suo metodo è estremamente comprensibile (ovviamente per chi capisce l'inglese) e lungo la strada vengono condivisi molti piccoli segreti del mestiere, come quello dell'amido di mais di cui sopra per esempio.
Ad ogni passo Sandi opera delle scelte di gusto e di metodo, sempre sottolineando che vale la pena di chiedersi "What if???": Cosa succederebbe se si decidesse di fare diversamente? Non c'è un modo giusto e un modo sbagliato di fare le cose, purché funzioni.
Le opere di Sandi in bassa temperatura sono buffe e a momenti barocche, e rivelano chiaramente quanto lei ci si diverta a crearle. Un altro motivo per cui Sandi Pierantozzi mi sta simpatica: anche lei fa le perle a lume!!!!!!!!!!

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