In questi ultimi tempi sono stata un po’ distratta rispetto alla ceramica. La passione si era sensibilmente raffreddata e, come succede in tutti i rapporti d’amore, questa disattenzione aveva aperto un varco in cui si era insinuata un’altra presenza…il vetro. Un mondo parallelo e nuovo da esplorare con l’abitudine alla ricerca che mi viene da una diecina d’anni di sperimentazioni con la creta. Un universo affascinante, anche se infinitamente più piccolo della galassia ceramica, che mi aveva occupato la testa e il tempo dei giochi, lasciandomi un vago senso di colpa rispetto al mio amore ufficiale. Non mi rivolgevo più ai miei libri sacri in cerca di lumi, sfogliavo distrattamente i periodici specializzati appena consegnati dal postino…
Poi domenica scorsa, sfidando i miei limiti fisici e geografici, ho deciso di affrontare 8 ore di treno per fare un blitz a Faenza e vedere Argillà, probabilmente l’evento ceramico più grosso d’Italia. E proprio lì, mentre toccavo avidamente gres tedesco e francese e traslucide porcellane, mentre osservavo con venerazione smalti cristallini, mentre trovavo interlocutori che parlavano la mia stessa lingua in una Babele di creta, proprio lì è riavvenuto il miracolo, la liquefazione del sangue di quale che sia il santo dei ceramisti.
La sera sono risalita sul treno con l’urgenza di chi deve rivedere un amante, con l’ansia colpevole di qualcuno che ha qualcosa da farsi perdonare e l’indomani ci siamo ritrovati. Grazie a Dio non è stato come la crudele prima volta, piuttosto ci siamo ripresi proprio da dove ci eravamo lasciati.
Ho reimpastato l’argilla abbandonata nei secchi la primavera scorsa, ne ho fatto quattro pezzi e uno alla volta li ho foggiati sul tornio. E qui va la dichiarazione: IO AMO L’ARGILLA, amo sentirne il tocco sulle mani, amo l’epifania del momento in cui la plasmo contro la forza centrifuga (quando riesce), amo l’assenza di limiti della materia informe e allo stesso tempo sono traumatizzata dalle infinite possibilità.
E adesso, adesso ne ho la certezza. Anche se potranno esserci momenti di noia, fisiologici cali della passione e magari anche qualche intrusione esterna, adesso io lo so: questo è un amore che sarà con me sempre.
In foto, gli straordinari smalti cristallini matt di Yves Lambeau.
1 commento:
... come ti capisco....
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