Qualche tempo fa sono stata rapita da un alieno: il virus del vetro. Fa una strana impressione essere in un laboratorio di ceramica, circondati da oggetti di dimensioni macroscopiche, vasi, ciotole, brocche, seduta a un tavolino con il cannello, concentrata su una pallina di vetro di un centimetro di diametro. E' un cambiamento di scala che mi sorprende per la minuzia dei dettagli, si lavora con canne e fili di vetro che vanno dai 6mm al millimetro di spessore, qualche volta anche meno. E poi mi untrippo su un particolare (mi rendo conto che la parola intripparsi è un desueto retaggio degli anni '80) , sul modo in cui il vetro si muove come un magma incandescente o come intrappola una bollicina d'aria, che diventa un piccolo occhio spalancato o uno specchietto che riflette la luce
Ad ogni modo si fanno progressi nella tecnica a lume e non molti sul fronte ceramica di questi tempi, ma se riesco ad andare a Faenza questo fine settimana potrei tornare con una valanga di idee da infondere nell'argilla.
2 commenti:
Bellissime queste perle di vetro. Immagino che tu sia stata catturata dalla magia del vetro perchè anch'io nelle poche occasioni che ho visto lavorare il vetro non ho potuto staccare gli occhi da quelle mani esperte e dalle meraviglie che creavano.
Complimenti
Infatti Elena, chedo che il gioco delle perle di vetro dia dipendenza. Io mi ci sto cimentando da pochi mesi e ne sono affascinata. Credo che mi divertirò un sacco quest'inverno, e così avrò le mani al caldo!! Grazie della visita
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