Ottimizzare le risorse, recuperare i materiali, sono pratiche consuete per un buon artigiano. Personalmente, queste pratiche mi riservano grandi soddisfazioni. Per esempio quando costruisco gioielli con materiali che sarebbero finiti all'isola ecologica. L'ultima serie di orecchini in vetro (riciclabile) e alluminio di recupero (anch'esso riciclabile) mi fa pensare che si possa continuare a creare senza aggravare il caos esistente.
Contenitori in terra rossa, decorazione a arbottina e terra sigillata |
In tema di ceramica però, mi trovo a fare delle nuove riflessioni. Le mie cotture sono già alimentate da un impianto fotovoltaico, ma la mia perplessità è la seguente: il gres è effettivamente superiore in termini assoluti o esistono terre che cotte a temperature più basse offrono prestazioni analoghe?
Mi viene in mente uno dei miei ceramisti preferiti, Steve Hill. Un artista molto noto negli USA per i suoi grandi vasi in gres a 1280°C. Una vita a cuocere a Cono 9-10 (1280 °C). Poi vuoi perché negli ultimi anni neanche in America il gas è gratis, vuoi perché la sensibilità ambientale è aumentata, Steve Hill già sessantenne ha iniziato a sperimentare con cotture a temperature inferiori, cioè a cono 6 (intorno ai 1200 °C). E - surprise surprise - adattando la composizione degli smalti, operazione peraltro non banale, ha scoperto che la chiave estetica dei suoi smalti non era la temperatura ma l'interazione degli smalti. Il risultato non cambia ma il bilancio energetico cambia di molto. 80 gradi in meno a quelle temperature si traduce in un risparmio di gas notevolissimo.
Mutatis mutandis, arrivo al punto: le terre che cuociono a temperature inferiori sono universalmente disprezzate dai ceramisti?
Linda Arbuckle, maestra della maiolica americana, è di altro parere. Qui trovate il "Manifesto della Terracotta" che potete anche ascoltare in podcast in inglese. Secondo lei, e cita studi universitari che sembrano dimostrarlo, la terra rossa portata a cono 04 (1060°C) offre una resistenza meccanica superiore a quella delle terre chiuse (gres e porcellana). Purtroppo però il pregiudizio nei confronti dei red clay artists permane, e addirittura non vengono accettati in alcune "art galleries". Allo stato attuale non ci sono ricerche per adattare a cono 04 gli smalti da gres.
Terra rossa, decorazione a barbottina e terra sigillata |
Se si lavora in bassa temperatura invece fare degli smalti stabili e resistenti che non cavillino senza piombo è mooooolto difficile. Un'unico smalto poi restituisce superfici prive di vita, prive di interesse.
In altre parole, lavorando in bassa temperatura (intorno ai 1000/1060°C) e ottenere superfici interessanti il ceramista deve lavorare molto di più, deve creare superfici movimentate o sovrapporre vari smalti. In altre parole, se la deve sudare.
La terracotta smaltata non offre la stessa resistenza del gres? Eppure nella mia cucina ci sono insalattiere in gres sbrecciate ed altre in terracotta smaltata che resistono benissimo anche dopo oltre 10 anni. Quindi?? La ceramica si rompe, prima o poi, ma è sempre meglio della plastica, che finisce in discarica o nella migliore delle ipotesi si può riciclare un'unica volta. I cocci di ceramica invece ritornano allo stato inerte e vengono riusati.
Teiera in terra rossa, decorazione a barbottina e terra sigillata |
Quindi? Verità o pregiudizio? La terra a bassa temperatura è realmente inferiore? Vale la pena di usare tutta questa energia in più per fare il gres a 1280°C o anche a 1200°C?
That is the question, nonché l'indirizzo della mia ricerca attuale. Per quindici anni ho lavorato la terra rossa perché non riuscivo a raggiungere le temperature del gres. Adesso che invece ne ho la possibilità, voglio fermarmi a capire se davvero si possono ottenere oggetti di qualità pari o addirittura superiori al gres con un grande risparmio di energia e peraltro usando terre italiane. Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha pensieri, opinioni, suggerimenti in questo senso. E butto lì un'altra domannda: e la terraglia forte????